Le proprietà fondamentali
10:37 Edit ThisLe proprietà fondamenatali
Fondente. Al latte. Bianco. Alle nocciole. Al peperoncino. Comunque si presenti, è sicuro piacere. Il suo è un fascino senza tempo, in grado di far innamorare di sé i palati più raffinati. È il cioccolato, l’oro della tavola.
Oggi le moderne conoscenze scientifiche hanno permesso di studiare con maggiore precisione tutte le salutari virtù di quello che un tempo veniva considerato con rispetto il “cibo degli dei”. Gli effetti benefici sono riferibili alla peculiare composizione del cacao e, di conseguenza, del cioccolato: in particolare a sostanze che vanno dai sali minerali, ai flavonoidi, alle ammine biogene, alla teobromina.
Il cioccolato può proteggere il sistema cardiovascolare
I flavonoidi contenuti nel cacao hanno azione vasoprotettrice perché inibiscono l’ossidazione del colesterolo LDL (quello “cattivo”) e ritardano l’attivazione e l’aggregazione delle piastrine (coinvolte nella formazione di trombi). Inoltre hanno azione immuno-stimolante perché inibiscono la secrezione di enzimi ad attività infiammatoria.
Il cacao, grazie al contenuto in polifenoli, contribuisce a favorire il controllo della pressione arteriosa, normalizzandone i toni dovuti a fattori esterni (alimentazione, stress, eccetera).
Il cioccolato favorisce la concentrazione. Anche se in quantità ridotte rispetto ad altri prodotti alimentari quali tè o caffè, il cacao e il cioccolato contengono teobromina e caffeina, due metilxantine ad azione stimolante: la teobromina è presente in quantità 10 volte superiori alla caffeina (circa 400 mg in 100 g di cioccolato fondente). Entrambe le sostanze hanno un’attività sul sistema cardiovascolare, respiratorio e su quello nervoso centrale. Questo fa sì che, pur se assunto in quantitativi limitati, il cioccolato contribuisca a migliorare l’attività cerebrale (influendo in particolare sull’attenzione) e respiratoria.
Dolce per l’anima
Il capo che ha la luna storta, l’autobus che ci parte sotto il naso, il computer che dà i numeri. Eh sì, ci sono giornate in cui nulla va per il verso giusto. Eppure, a volte, basta il conforto di un paio di bonbons per ritornare a vedere qualche sprazzo di rosa. Il grado di piacere che procura la cioccolata oltrepassa largamente la semplice barriera del gusto ed esistono ragioni scientifiche per spiegare questo fenomeno. I sentimenti e le nostre emozioni, infatti, vengono influenzati dal cibo e da determinate sostanze in esso contenute che, durante la digestione, agiscono sul sistema nervoso e sulla produzione di ormoni. In pratica, alcuni composti presenti nei vari alimenti stimolano il cervello per mezzo di messaggeri chimici, i neurotrasmettitori, che consentono alle cellule nervose di “dialogare” fra loro arrivando a determinare anche le sensazioni e gli stati d’animo.
Al cioccolato è stata attribuita la capacità di favorire la produzione di serotonina, chiamata anche “neurotrasmettitore del buonumore”: questo ormone possiede, infatti, un’azione stimolante sul sistema nervoso, agendo sull’umore, sul sonno e sull’appetito. Tra i neurotrasmettitori, ve ne sono alcuni, le ammine biologiche, che si trovano nel vino, nei formaggi, nei salumi e anche in cacao e cioccolato: il denominatore comune è che si tratta di prodotti tutti derivanti da fermentazioni, ovviamente diverse. Tra queste vi è la feniletilamina. Si tratta di una sostanza euforizzante e antidepressiva che il nostro organismo è in grado di produrre anche da sé quando si provano emozioni molto intense come l’innamoramento. È stato detto che la feniletilamina dà la sensazione di… trovarsi su un ottovolante. Ma il cioccolato come è noto è anche fonte di piacere, in quanto induce la secrezione di endorfine, sostanze prodotte dal cervello che innalzano la soglia limite del dolore e danno euforia diminuendo, per contro, la secrezione di catecolamine, generatrici di stress. Parliamo, ora delle anandamidi, contenute sempre nella nostra tavoletta. Il nome deriva dal sanscrito “ananda”, che significa felicità. Vengono definite anche “endocannabinoidi”, perché nel cervello si legano agli stessi recettori della marijuana: sono sostanze presenti anche nel latte materno e bovino, ma in quantità troppo limitate per avere una funzione psicosomatica o generare dipendenza.
Fa bene anche all’amore!
Gran parte delle molecole contenute nel cioccolato (feniletilamina, teobromina e altre) hanno un ruolo tonico, antistress, agiscono sull’umore e offrono una migliore resistenza alla fatica: questo ha fatto sì che, nei secoli, cacao e derivati si siano conquistati la fama di avere un buon potere afrodisiaco.
Oggi le moderne conoscenze scientifiche hanno permesso di studiare con maggiore precisione tutte le salutari virtù di quello che un tempo veniva considerato con rispetto il “cibo degli dei”. Gli effetti benefici sono riferibili alla peculiare composizione del cacao e, di conseguenza, del cioccolato: in particolare a sostanze che vanno dai sali minerali, ai flavonoidi, alle ammine biogene, alla teobromina.
Il cioccolato può proteggere il sistema cardiovascolare
I flavonoidi contenuti nel cacao hanno azione vasoprotettrice perché inibiscono l’ossidazione del colesterolo LDL (quello “cattivo”) e ritardano l’attivazione e l’aggregazione delle piastrine (coinvolte nella formazione di trombi). Inoltre hanno azione immuno-stimolante perché inibiscono la secrezione di enzimi ad attività infiammatoria.
Il cacao, grazie al contenuto in polifenoli, contribuisce a favorire il controllo della pressione arteriosa, normalizzandone i toni dovuti a fattori esterni (alimentazione, stress, eccetera).
Il cioccolato favorisce la concentrazione. Anche se in quantità ridotte rispetto ad altri prodotti alimentari quali tè o caffè, il cacao e il cioccolato contengono teobromina e caffeina, due metilxantine ad azione stimolante: la teobromina è presente in quantità 10 volte superiori alla caffeina (circa 400 mg in 100 g di cioccolato fondente). Entrambe le sostanze hanno un’attività sul sistema cardiovascolare, respiratorio e su quello nervoso centrale. Questo fa sì che, pur se assunto in quantitativi limitati, il cioccolato contribuisca a migliorare l’attività cerebrale (influendo in particolare sull’attenzione) e respiratoria.
Dolce per l’anima
Il capo che ha la luna storta, l’autobus che ci parte sotto il naso, il computer che dà i numeri. Eh sì, ci sono giornate in cui nulla va per il verso giusto. Eppure, a volte, basta il conforto di un paio di bonbons per ritornare a vedere qualche sprazzo di rosa. Il grado di piacere che procura la cioccolata oltrepassa largamente la semplice barriera del gusto ed esistono ragioni scientifiche per spiegare questo fenomeno. I sentimenti e le nostre emozioni, infatti, vengono influenzati dal cibo e da determinate sostanze in esso contenute che, durante la digestione, agiscono sul sistema nervoso e sulla produzione di ormoni. In pratica, alcuni composti presenti nei vari alimenti stimolano il cervello per mezzo di messaggeri chimici, i neurotrasmettitori, che consentono alle cellule nervose di “dialogare” fra loro arrivando a determinare anche le sensazioni e gli stati d’animo.
Al cioccolato è stata attribuita la capacità di favorire la produzione di serotonina, chiamata anche “neurotrasmettitore del buonumore”: questo ormone possiede, infatti, un’azione stimolante sul sistema nervoso, agendo sull’umore, sul sonno e sull’appetito. Tra i neurotrasmettitori, ve ne sono alcuni, le ammine biologiche, che si trovano nel vino, nei formaggi, nei salumi e anche in cacao e cioccolato: il denominatore comune è che si tratta di prodotti tutti derivanti da fermentazioni, ovviamente diverse. Tra queste vi è la feniletilamina. Si tratta di una sostanza euforizzante e antidepressiva che il nostro organismo è in grado di produrre anche da sé quando si provano emozioni molto intense come l’innamoramento. È stato detto che la feniletilamina dà la sensazione di… trovarsi su un ottovolante. Ma il cioccolato come è noto è anche fonte di piacere, in quanto induce la secrezione di endorfine, sostanze prodotte dal cervello che innalzano la soglia limite del dolore e danno euforia diminuendo, per contro, la secrezione di catecolamine, generatrici di stress. Parliamo, ora delle anandamidi, contenute sempre nella nostra tavoletta. Il nome deriva dal sanscrito “ananda”, che significa felicità. Vengono definite anche “endocannabinoidi”, perché nel cervello si legano agli stessi recettori della marijuana: sono sostanze presenti anche nel latte materno e bovino, ma in quantità troppo limitate per avere una funzione psicosomatica o generare dipendenza.
Fa bene anche all’amore!
Gran parte delle molecole contenute nel cioccolato (feniletilamina, teobromina e altre) hanno un ruolo tonico, antistress, agiscono sull’umore e offrono una migliore resistenza alla fatica: questo ha fatto sì che, nei secoli, cacao e derivati si siano conquistati la fama di avere un buon potere afrodisiaco.